martedì 29 maggio 2012

Giornalismo, gli immigrati occupano il 2% delle notizie

Fonte: Affari Italiani

Occupano uno spazio più basso del 2% sul totale delle notizie, che sono di norma relegate nella cronaca nera, dove conta soprattutto sottolineare nazionalità e fede religiosa. Questi, in sintesi, i risultati di una ricerca pilota, che ha coinvolto La Nazione, La Repubblica, Il Sole 24Ore, Corriere della Sera e Rai TG3, condotta dal Robert Schumann Centre for Advanced Studies dell’Istituto Universitario Europeo di Firenze nell’ambito del progetto Mediva (Media per la diversità e l’integrazione dei migranti).
La sostanza della ricerca, dal titolo “Valutazione del ruolo dei media nella riflessione della diversità e promozione dell’integrazione dei migranti”, sembra confermare facili sensazioni da lettori di giornali e spettatori di Tg: i media tendono ad alimentare l’opposizione tra un “noi buoni” e un “loro cattivi”.

I migranti sono il più delle volte rappresentati come gruppo piuttosto che come singole persone, gruppi cui si attribuiscono caratteristiche minacciose o si associano problemi, in particolare crimini e conflitti. Mancano invece spazi di approfondimento sulle realtà di provenienza, per capire meglio i problemi. E mancano criteri di selezione nelle redazioni di giornalisti legati alle nazionalità immigrate; così da accrescere l’incapacità di rappresentare la crescente multiculturalità della società italiana.
immigrati Secondo la ricerca, “non ci sono giornalisti specializzati solo sull’immigrazione, e non è considerato necessario poiché il tema è vasto e i vari aspetti sono declinati dai diversi giornalisti, a seconda che si parli di economia, cronaca, sociale”.

La testata, tra quelle esaminate, che gode del miglior punteggio è il Tg3, ma è positivo anche il resoconto nel Sole 24Ore, che “ha adottato un tono neutrale se non positivo nel descrivere le notizie legate al’immigrazione. Si è parlato degli immigrati in termini di contributo economico al paese, questioni demografiche, culturali ecc... e in nessun caso come di malfattori”.

“C’è veramente ancora molto da fare, vedendo questi risultati di cui ringrazio i ricercatori europei – ha commentato l’assessore regionale alla cultura Cristina Scaletti, portando un saluto ai lavori del convegno -. Le notizie sull’immigrazione nel nostro Paese sono ancora scarse. E non sembrano lavorare per colmare la distanza con queste persone giunte qui da mille esperienze diverse: guerre, povertà, persecuzioni. Invece è fondamentale costruire un’informazione dettagliata su questi fenomeni, perché abbiamo il dovere di colmare le distanze su diritti insopprimibili; e contribuire alla costruzione di un processo di integrazione necessario e inarrestabile, da noi come in tutto il mondo”.

venerdì 25 maggio 2012

UN MOSTRO DA SBRANARE IN TV

Discriminazione e media significa anche dare in pasto all'opinione pubblica e all'intera popolazione un "mostro" (poi rivelatosi innocente) per almeno 24 ore. E' quello che sta accadendo a Brindisi, in tumulto per la bomba di sabato 23 maggio nella scuola Morvillo.
Ecco che cosa è accaduto qualche giorno fa all'esterno della questura, al passaggio dell'auto della polizia con quello che era ritenuto "l'autore della strage".
Intanto, il noto giornalista Sandro Ruotolo, paladino del "Servizio pubblico", è stato convocato dall'Ordine dei giornalisti del Lazio per la gestione ''allegra'' della cronaca in tempo reale su twitter, con l'indicazione di nome, cognome, abitazione e caratteristiche del presunto mostro.
La discriminazione è anche questa: e se domani toccasse a noi essere il mostro?



FONTE: REPUBBLICA TV

Unione Europea: “Le discriminazioni dei rom e l’antiziganismo persistono”

Fonte: FrontieraTv


“Le discriminazioni e l’antiziganismo persistono”. Queste le parole di Morten Kjaerum, direttore dell’Agenzia europea per i diritti fondamentali, che ha presentato nei giorni scorsi a Bruxelles l’ultima indagine sulla situazione delle popolazioni rom negli 11 Paesi dell’Unione Europea con la maggiore presenza di queste popolazioni. L’indagine si basa su oltre 20mila interviste a persone di origine rom e a persone non-rom che vivono negli stessi territori. “In media la situazione dei rom è peggiore di quella dei non-rom che vivono nelle loro strette vicinanze” ha aggiunto Kjaerum.

Secondo la nuova relazione, realizzata assieme al Programma di sviluppo Onu, “molti rom continuano a essere oggetto di discriminazione ed esclusione sociale in tutta l’Unione europea. I risultati di queste indagini tracciano un quadro fosco”, ha sottolineato Kjaerum. “Dai risultati delle indagini emerge che un’azione tempestiva ed efficace è indispensabile, soprattutto per migliorare l’istruzione dei rom. Questo è un elemento cruciale per liberare il loro potenziale futuro e fornire ai giovani competenze tali da spezzare il circolo vizioso della discriminazione, dell’esclusione e della povertà”. La relazione si concentra su vari aspetti, fra cui i problemi legati a istruzione, lavoro, casa e diritto alla salute.

A riguardo, soltanto il 15% dei giovani adulti rom intervistati ha completato il ciclo di istruzione secondaria superiore generale o professionale – ha aggiunto l’indagine dell’Agenzia europea -, mentre per la popolazione maggioritaria delle stesse zone si registra una percentuale superiore al 70%”. Inoltre mediamente “meno del 30% dei rom ha un’occupazione retribuita; il 45% circa vive in abitazioni in cui manca almeno uno dei seguenti elementi: cucina, servizi sanitari, doccia o vasca interni, elettricità”. Ma non è tutto: “Il 40% dei rom intervistati vive in una famiglia in cui una persona è andata a dormire affamata almeno una volta nel corso dell’ultimo mese a causa della mancanza di denaro necessario per l’acquisto di generi alimentari”.

Alla luce di questi dati, dunque, per Livia Jaroka, eurodeputata ungherese di origine rom, non ci sono alternative: “È ora di passare dai progetti sulla carta ad azioni concrete, volte ad aiutare i rom in Europa. Si tratta di un impegno necessario per favorire l’inclusione delle popolazioni rom, che continuano a vivere ai margini della società”. Per questo, l’invito di Jaroka ad usare al meglio i fondi comunitari (ad esempio il Fondo sociale europeo). La deputata ha indicato, infine, la “situazione grave nella ex Yugoslavia”, dove i rom sono numerosi. “Dovrebbero investire in chiave di inclusione i fondi Ue di preadesione”.

lunedì 21 maggio 2012

Giugliano, colpito al torace da un colpo di pistola, morto un quindicenne rom

Fonte: Corriere della Sera

Un ragazzo rom di 15 anni è morto la scorsa notte a Giugliano. Secondo quanto ricostruito dalla polizia, il corpo del minorenne è stato abbandonato davanti al pronto soccorso dell'ospedale di Giugliano da un'automobile alle tre di stamattina: era stato raggiunto da un colpo di arma da fuoco al petto e alla gamba destra. Il 15enne era residente nel campo rom di Giugliano. Le indagini vengono condotte dal commissariato di polizia del comune del Napoletano.
 
ROM A GIUGLIANO - In base agli accertamenti effettuati, il giovane viveva a Giugliano con un fratello. Nel territorio della cittadina a nord di Napoli c'è un consistente insediamento di nomadi di varie etnie. Sarebbero in tutto quasi 2000, di cui poco meno di 300 vivono nei moduli abitativi che il Comune ha messo loro a disposizione. Tutti gli altri hanno trovato negli ultimi mesi una sistemazione di fortuna in vari accampamenti anche a ridosso di abitazioni. Situazione che ha creato in diverse occasioni tensioni.
 
UN ALTRO FERIMENTO - Si indaga nel contempo anche sul un'altra vicenda che riguarda sempre giovani rom di Giugliano. Un ventunenne è stato ferito a colpi d'arma da fuoco mentre rientrava nel campo rom. Ha riferito alla polizia di essere stato affrontato da alcuni sconosciuti che gli hanno esploso contro alcuni colpi di pistola. Lo stesso giovane si era fatto medicare all'ospedale La Schiana di Pozzuoli. Secondo i medici non è in pericolo di vita. Anche su questo episodio indaga la polizia che sta lavorando per accertare se vi siano collegamenti con quanto accaduto qualche ora prima a Giugliano dove al locale ospedale è giunto morto un quindicenne rom.

mercoledì 16 maggio 2012

Ultrà ucciso, assediato il quartiere rom di Pescara. Sit-in in Comune: cori e minacce contro i nomadi

Fonte: Il Centro

Sale la tensione in città all'indomani dei funerali di Domenico Rigante, l'ultrà ucciso il 1° maggio durante una spedizione punitiva organizzata da un gruppo di rom, e l'arresto di Massimo Ciarelli, il rom presunto omicida del tifoso. Oltre mille tra tifosi del Pescara e semplici cittadini hanno partecipato al sit-in sotto il Comune di Pescara per protestare contro l'omicidio di Domenico Rigante, ucciso martedì scorso dal rom Massimo Ciarelli, arrestato ieri, e contro la comunità nomade presente in città.  I toni sono man mano saliti e un gruppo si è staccato e si è diretto in corteo verso il quartiere di Rancitelli, dove risiede la maggior parte dei rom pescaresi.

QUARTIERE ROM SOTTO ASSEDIO. Il corteo è stato intercettato dalle forze dell'ordine che presidiano la zona in tenuta anti sommossa. Ma, secondo quanto si è appreso, a fermare materialmente il corteo sarebbero stati gli stessi capi ultrà del Pescara, fra i quali il fratello della vittima Antonio Rigante. Nel quartiere di Rancitelli, dove risiede la maggior parte della comunità rom pescarese, c'è tensione e preoccupazione. Le forze dell'ordine presidi
ano la zona ma molti della comunità si son.

IL QUESTORE: I NOMADI LASCIANO LA CITTA'. "I rom? Sono spariti". Lo dice il questore di Pescara, Paolo Passamonti, confermando le voci di un’autentica paura che si è impossessata della comunità rom di Pescara. La casa del presunto assassino di Domenico Rigante, Massimo Ciarelli, arrestato ieri, sembra abbandonata: porte sbarrate e tapparelle abbassate.  Per paura della rappresaglia dei tifosi, i rom sono in fuga da Pescara: le donne sono già fuori città e da giorni non portano più i figli a scuola. Molti in queste ore se ne sono andati da Pescara, altri se ne stanno rintanati a casa, e si parla insistentemente di comunità spaccata specie tra i due quartieri dove sono più insediati, Rancitelli e i Colli.  "Qualcuno è andato via, qualcuno è rimasto", riferisce il capo della Mobile Pierfrancesco Muriana, "il fatto è che sono spariti". Le forze dell'ordine hanno confermato che l'attenzione resta alta e che aumenteranno i controlli nei quartieri a fini di ordine pubblico. "Ma vorrei ricordare", precisa il questore, "che sono cittadini italiani a tutti gli effetti stanziali dagli anni '40, e che non tutti sono dei delinquenti".

CORI E SLOGAN CONTRO LA COMUNITA' ROM. La manifestazione ultrà era ed è stata confermata come una manifestazione contro la comunità rom di Pescara. Non sono mancati cori e insulti e inviti palesi alle autorità per una maggiore legalità nei confronti dei rom. "Gli zingari dovete emarginarli voi", si è sentito urlare. "È dal tribunale che nascono i problemi, dopo due ore stanno a casa loro", ha continuato la gente. Il fratello gemello di Domenico Rigante ha detto: "Bene le forze dell'ordine, ora devono prendere i complici se no sono guai".

CONTESTATO IL SINDACO MASCIA . I toni della manifestazione sono piano piano aumentati. A farne le spese è stato il sindaco della città, Luigi Albore Mascia, che è stato più di una volta contestato come rappresentante delle istituzioni. "Abbiamo chiesto le istituzioni, dove sono le istituzioni?", hanno infatti urlato più volte i manifestanti. "Pescara violenta? Da sindaco la cosa mi preoccupa", ha confermato Luigi Albore Massa, sindaco di Pescara, "bene le forze dell'ordine ora bisogna arrestare gli altri del commando ma devo dire che questo fatto di sangue rappresenta una anomalia nella storia di Pescara, proprio per il modo crudele e violento con cui Rigante è stato assassinato".

Termoli, l'area verde di via Polonia dimora di immigrati: i residenti sono esasperati

Fonte: Termoli.Tv

I residenti nei pressi di via Inghilterra vivono da troppo tempo nel terrore, provocato dalle persone che abitualmente fanno delle aree verdi ciò che vogliono. Ci dormono, passano il pomeriggio, mangiano, bevono, fumano e riducono il tutto una discarica. Ormai neanche più i bambini vanno a giocare sotto casa se non accompagnati da un adulto. I residenti sono amareggiati e continuano a fare richieste per trovare una soluzione. Via San Marino, via Polonia, via Inghilterra: non è l’elenco delle strade di Termoli ma i luoghi dove immigrati, barboni, vagabondi ed extracomunitari hanno fatto degli spazi verdi la loro dimora abituale.

I residenti delle suddette vie già avevano lamentato da tempo, la presenza di queste persone che con tanto di cartoni, resti di cibi vari e anche indumenti hanno fatto del parchetto della zona, dove andavano a giocare i bambini, una discarica a cielo aperto. Le lamentele sono state infinite, addirittura i cittadini erano costretti a vivere segregati nelle proprie abitazioni per non dover incorrere in incontri spiacevoli, dettati soprattutto dai fumi dell’alcol che spesso caratterizza queste persone.

Questa volta, armati di una inesauribile pazienza i sono mossi con lettere aperte in cui chiedevano l’aiuto del Comune, ma questo, contattato anche attraverso gli organi di stampa non si è mai attivato. Ad oggi la situazione è sempre la stessa: gli immigrati occupano panchine, fanno i loro bisogni vicino agli alberi e non hanno neanche l’accuratezza di appartarsi. L’area verde è diventata invivibile e per di più la notte, con l’assenza di illuminazione si sentono solo voci e spesso che vanno ad intimorire chiunque.

lunedì 14 maggio 2012

Newsweek: "Obama primo presidente gay"

Fonte: la Repubblica

Il sostegno espresso ai matrimoni omosessuali ha fatto conquistare a Barack Obama la copertina di Newsweek che questa settimana titola 'il primo presidente gay', sotto un primo piano di Obama, con il capo cinto da un'aureola con i colori della bandiera gay.  L'articolo che accompagna la copertina è scritto dal blogger della rivista Usa Andrew Sullivan, dichiaratemente omosessuale: "quando ho visto l'intervista mi sono ritrovato in un mare di lacrime", ha scritto, facendo riferimento all'intervista rilasciata da Obama all'Abc in cui il presidente ha espresso il suo appoggio alle nozze gay.

Il "Rom bastardo": un'inchiesta sul razzismo

Fonte: Focus



Sporchi, ladri, farabutti, scansafatiche e contrari a ogni integrazione? Oppure cittadini normali con una loro cultura, usanze e stili di vita? Chi sono i rom? Da queste domande parte un documentario realizzato dai giornalisti e collaboratori di Focus Carolina Borella, Franco Capone e Andrea Minoglio che cerca di analizzare e smontare alcuni dei luoghi comuni sui rom, oggi oggetto di una campagna discriminatoria e razzista. Il titolo è volutamente provocatorio "Rom bastardo".

L'inchiesta è di quattro anni fa, ma come si evince anche dai commenti al video, alcuni dei quali molto recenti, è tutt'altro che una indagine "scaduta"

mercoledì 9 maggio 2012

Giovanardi: “Nessun olocausto dei gay. Dai nazisti solo persecuzione”

Fonte: Il Fatto Quotidiano

“L’Olocausto dei gay non c’è mai stato. C’è stata invece, questo sì, una persecuzione dei gay. Ma per essere chiari di Olocausto ce n’è stato uno solo, ed è stato quello del popolo ebraico, anche dal punto di vista legislativo, normativo; tutti elementi che hanno costituito l’unicità di questo terribile dramma storico”. Dopo le dichiarazioni in cui venivano equiparati un bacio fra due donne al reato di atti contrari alla pubblica decenza, il deputato del Pdl Carlo Giovanardi è tornato con una lezione di storia sugli omosessuali durante una intervista al programma KlausCondicio condotto da Klaus Davi.

Per dare peso alle sue riflessioni, l’ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ha ‘ricordato’ la composizione dei vertici del regime nazista: “Ricordo anche che il movimento nazista era largamente rappresentato dai gay perché c’erano gay nazisti ai vertici del partito. L’Olocausto – ha affermato Giovanardi – ha interessato il popolo ebraico, poi ci sono stati da parte del nazismo tutta una serie di azioni che hanno riguardato gli handicappati, i malati mentali, gli zingari, le popolazioni dell’est considerate popolazioni inferiori, i cattolici e gli evangelici che si opponevano al regime e anche i gay”.

Qualche tempo fa invece, Giovanardi aveva accostato l’omosessualità allo stato di malattia: “Credo che un padre che si rivela gay al proprio figlio di otto anni possa creargli dei problemi. Può capitare – ha affermato Giovanardi – anche che un bambino abbia un padre o una madre che possono avere dei problemi, delle patologie . Chi si trova a vivere situazioni di questo tipo, anche nei confronti delle altre famiglie e degli altri bambini, qualche problema ce l’ha, conclude il deputato. Anche sul termine ‘gay’ – che Giovanardi usa come unico epiteto verso le persone non etero – bisogna ricordare la sentenza della Cassazione del marzo 2010. La Corte decretò che dare del gay a vanvera o per stimolare reazioni controverse è reato, alla stessa stregua di una ingiuria.

Cara, 1199 immigrati in 124 baracche. Chiedono aiuto

Fonte: Antenna Sud

Una moschea affianco ad una chiesa cattolica. Nel Cara di Palese, il centro di Accoglienza per i Richiedenti Asilo, sono gli immigrati a insegnare il vero valore dell’integrazione. Da un lato i musulmani, a piedi nudi, raccolti in preghiera, dall’altro le baracche in cui vivono. Pochi metri quadri per intere famiglie. Reti di cinta come stendipanni. Tende al posto di porte per dividere gli ambienti. Strutture provvisorie in cui uomini, donne e soprattutto bambini, 1199 in tutto provenienti da 41 Paesi, condividono le proprie storie, alcuni da mesi in attesa di ricevere asilo politico perchè fuggiti dalle loro terre devastate dalla guerra e dalla fame.

“Ho mal di denti da più di tre mesi”, ci ha raccontato un ospite del centro, lamentando l’assenza di un medico che lo curi adeguatamente. Una mamma in lacrime ci ha mostrato gli occhi della sua bambina: “Ha bisogno di un delicato intervento chirurgico – ci ha spiegato – ma qui nessuno mi aiuta”.
Su iniziativa dell’Assostampa, una delegazione di giornalisti guidata dal presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, dalla portavoce dell’Agenzia Onu per i rifugiati, Laura Boldrini e dal presidente della Federazione Nazionale della Stampa, Roberto Natale, ha potuto visitare il centro, documentando condizioni di vita e raccogliendo richieste di aiuto.

Di Primio: "Zeman è un rom" l'allenatore del Pescara replica "Mi dispiace non conosca le etnie"

Fonte: Il Centro

"A me dà fastidio se uno è ignorante sulle razze e sulla storia delle varie etnie". Lo ha detto l'allenatore del Pescara, Zdenek Zeman, replicando agli insulti lanciati dal sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, venerdì scorso, nel corso di una trasmissione televisiva: Di Primio aveva definito il boemo un "mezzo rom", mentre oggi su Facebook ha parlato di semplice battuta, chiedendo scusa.

"Il sindaco fa polemica - ha commentato Zeman - perchè è di Chieti. Deve fare e dire qualcosa per i suoi concittadini, per il suo popolo, anche forse per avere qualche voto in pi— quando ci saranno le elezioni. Il sindaco probabilmente ignora le etnie. Forse non conosce queste cose. Non so se così parlando voleva offendere i Rom, oppure il sottoscritto".

Nei giorni scorsi i tifosi di Chieti - in accesa rivalità da sempre con il Pescara - avevano reagito in maniera esagitata all'annuncio che Zeman fosse tra i finalisti del Premio Prisco 2012: prima sul web, poi sui muri della citt…, sono comparsi i manifesti contro il tecnico biancazzurro. "Zeman a Chieti non lo vogliamo! - si legge nei manifesti - Basta con questa ondata di pescaresità e non, a tutti i costi. Chieti merita rispetto". Il premio Prisco verrà assegnato a Chieti il prossimo 7 maggio.

Bari, Il ruolo della Comunicazione nella formazione dell’opinione pubblica

Contribuire a migliorare le modalità che i media utilizzano per trattare il tema   dell’immigrazione   e   dell’integrazione,  confrontandosi  con  gli operatori  dell’informazione  –  soprattutto  i più giovani, coloro i quali saranno  i  giornalisti  del  futuro – sull’opportunità di un approccio più obiettivo e, quando possibile, positivo. Questo si propone il seminario “Immigrazione e Integrazione. Il ruolo della Comunicazione  nella  formazione  dell’opinione  pubblica”, che si tiene il prossimo   10   maggio,   alle   15.00   presso  il  Centro  Polifunzionale dell’Università  degli  studi  di  Bari.  Il seminario è promosso da Italia Lavoro, agenzia tecnica del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, nell’ambito del progetto Co.In.-Comunicare l’Integrazione.

Affidati alla conduzione di Gianluigi De Vito, giornalista del Gazzetta del Mezzogiorno, e dopo i saluti di Paola Zaccaria, Presidente Corso di laurea Scienze della Comunicazione, i lavori del seminario vedranno la partecipazione del Direttore Generale della Direzione Generale dell’Immigrazione e delle Politiche dell’Integrazione del Ministero del Lavoro Natale Forlani; Elena Gentile, Assessore al Welfare della Regione Puglia; Marina Castellaneta, Direttore del Master Giornalismo Bari; Raffaele Gorgoni, RAI Bari; Ramzi Yammine e Ivana Cavosky, Istituto Agronomico del Mediterraneo; Annamaria Ferretti, Direttore Antenna Sud, Paola La Forgia, Presidente Ordine Giornalisti Puglia.

Il  progetto  Co.In.-  Comunicare  l’Integrazione  è  finanziato  dal Fondo Europeo  per  l’Integrazione dei Cittadini dei Paesi Terzi e punta dunque a migliorare   l’approccio   dei   media  rispetto  al  fenomeno  migratorio, attraverso  la  sensibilizzazione  dei giornalisti nel veicolare in maniera completa,  obiettiva e positiva le informazioni relative all’immigrazione e all’integrazione.

Brutti Sporchi e Cattivi. Un libro contro l’inganno mediatico sull’immigrazione

Fonte: FrontieraTv

Giulio Di Luzio è una miscela di passione e di rabbia. La passione per un mestiere che ama, quello del giornalista; la rabbia verso chi macchia questa professione attraverso un uso dei termini stereotipato, scorretto e razzista nei confronti dei migranti. Pericolosi, clandestini, criminali. I giornalisti giocano con queste parole, creano allarmismo, paura. Senza scavare. Senza neanche avvicinarsi alle storie dei migranti che per i motivi più diversi arrivano in Italia.

Ed allora, Di Luzio ha deciso di raccontare l’inganno mediatico sull’immigrazione che ogni giorno ci regalano giornali e televisioni. E lo ha fatto attraverso le pagine di ‘Brutti, Sporchi e Cattivi’, un libro che riflette sul ruolo che hanno i media nella percezione che ognuno di noi si fa dell’altro, del migrante. Il libro, edito dalla Ediesse, è stato presentato a Foggia nell’ambito di ‘Questioni Meridionali’, la rassegna letteraria nata da un’idea di SpazioBaol e organizzata con il Comune di Foggia, la libreria Ubik e FrontieraTV. Un’occasione per riflettere sul perché i media si accaniscano così tanto contro i migranti.

Per il giornalista e studioso pugliese, però, anche la Carta di Roma ha fallito il suo obiettivo. Anzi, per Di Luzio il protocollo deontologico promosso per scrivere correttamente in tema di immigrazione, non dovrebbe neanche esistere. ’Brutti sporchi e cattivi’, dunque, è un prezioso strumento di riflessione ed approfondimento sul ruolo che hanno i media nella percezione dell’altro, in particolare dei cittadini stranieri che per la ragioni più diverse vivono in Italia e nelle nostre comunità.

Guarda il video 

Rissa per l’elemosina: schiaffeggia donna e minaccia marito con accetta

Rissa extracomunitari cavalcavia via Manfredonia: litigio per elemosina
Fonte: Foggia Today

Avrebbe potuto chiudersi in tragedia la rissa scoppiata questa mattina tra un cittadino nordafricano ed una zingara nei pressi di un semaforo, sul cavalcavia della città. Alla base, pare, questioni di elemosina. Entrambi stavano mendicando allo stesso incrocio, tra via Manfredonia e via Castiglione, quando hanno avuto un acceso diverbio: l'uomo ha colpito la donna con uno schiaffo.

Tutto sembrava essere terminato lì quando, poco dopo, la Polizia ha trovato sul posto il cittadino africano che con un'accetta minacciava il marito della donna. L'uomo - le cui generalità sono ancora al vaglio degli inquirenti - è stato immediatamente bloccato.




Mister Media: radio e tv diffondono stereotipi sulle minoranze


Fonte: Redattore Sociale

Marginalità, semplificazione, distorsione e stereotipi. Sono le caratteristiche dello spazio che hanno le minoranze a rischio discriminazione sui media italiani. Lo afferma la ricerca Minorities Stereotypes on Media (Mister Media), progetto nato dalla collaborazione tra il Centro D’Ascolto dell’Informazione Radiotelevisiva e il Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale della Sapienza, e con il supporto di Open Society Foundations. La ricerca si basa un un monitoraggio effettuato 24 ore su 24 dell’intera offerta radiotelevisiva di informazione - le news, i programmi di approfondimento, attualità e infotainment in un periodo di rilevazione che va dal 1 luglio al 31 dicembre 2010 e dal 1 aprile al 30 giugno 2011, per un totale di 275 giorni. Il totale dei “file” (servizi tg o gr, trasmissioni tv o radio) analizzati è di 7153 (circa l’80% dei quali sono contenuti radiofonici), vale a dire una media di circa 26 “passaggi” al giorno in cui sono state trattate minoranze o eventi che coinvolgessero appartenenti a minoranze.

Nella ricerca si intendono per minoranze alcuni gruppi sociali soggetti a discriminazione, vale a dire gli immigrati, rom e sinti, gay lesbiche e transessuali, religioni minoritarie e ex tossicodipendenti ed ex detenuti. “Le minoranze sembrano risentire di una marginalità informativa, a prima vista derivante da una semplicistica, e quindi discutibile, equazione concettuale in base a cui, riguardando una porzione ridotta della società, esse sono destinate a suscitare un’attenzione ridotta da parte della maggioranza del corpo sociale” si legge nel rapporto. Sotto accusa finiscono il modo di selezionare le notizie nelle redazioni radiotelevisive italiane, il linguaggio utilizzato e la scarsa conoscenza dei fenomeni sociali da parte di chi fa informazione. I giornalisti italiani scelgono le notizie in base a ciò che ritengono di maggiore interesse per il pubblico e quindi le minoranze, proprio perché tali, restano sullo ‘sfondo’ del panorama informativo italiano. “Soltanto quando gli eventi legati alle minoranze sono considerati il frutto di comportamenti “devianti” questi sembrano assumere una maggiore visibilità, riuscendo a soddisfare altre regole dell’informazione (ad esempio bad news good news)” continua l’analisi Minorities Stereotypes on Media, presentata oggi a Roma.

Migranti, rom, tossicodipendenti o omosessuali diventano temi “appetibili” per i mass media italiani soltanto quando compiono atti devianti e finiscono nel calderone della cronaca nera. “L’esito finale che spesso ne deriva è la proliferazione di argomenti simili, caratterizzati da linguaggi ripetitivi, capaci di alimentare e perpetuare luoghi comuni e stereotipi – conclude la ricerca - Le minoranze, sono una parte della realtà sociale ritenuta “diversa” perché poco conosciuta”. Ad esempio l’immigrazione “spesso fa notizia quando diventa problema o emergenza: così i migranti, o più semplicemente gli immigrati, si trasformano in una minaccia costante alla sicurezza e alla cultura degli italiani”, si legge nel rapporto Mister Media. Lo stesso trattamento viene riservato anche a molte altre minoranze, producendo l ‘equazione fra devianza e minoranza, con effetti deleteri che influenzano la percezione del pubblico. La ricerca è stata sia quantitativa che qualitativa e si è avvalsa di alcuni ‘focus group’, uno dei quali si è tenuto con giornalisti delle principali testate italiane fra radio, tv e agenzie di stampa.

Dall’incontro è emerso che “ un ruolo decisivo viene giocato anche dalla politica; in particolare, osservando il ritratto radiotelevisivo delle minoranze è evidente la stretta interdipendenza tra l’agenda dei media e i temi “caldi” della politica”. I media italiani risultano conformisti rispetto alle versioni della realtà sociale fornite dai politici quando si parla di minoranze. “In questo ambito – conclude la ricerca - il discorso giornalistico incontra non poche difficoltà nella creazione di un racconto autonomo della realtà, risentendo in molti casi dei desiderata e dei protagonismi della politica”.

Immigrazione: in 50 sbarcano su coste pugliesi

Fonte: Teleradioerre

Uno sbarco di clandestini - una cinquantina di persone - è avvenuto stanotte sulle coste pugliesi, tra Peschici e Rodi. Secondo quanto si è appreso al comando generale delle Capitanerie di porto, gli extracomunitari si trovavano a bordo di una barca a vela, che aveva l´albero spezzato e si è arenata sulla spiaggia. I clandestini, scesi a terra, sono stati intercettati dai Carabinieri. Hanno raccontato di essere partiti dalla Grecia in 73, su tre imbarcazioni: le ricerche degli altri migranti sono in corso con due motovedette e un aereo della Guardia costiera, e un elicottero dei vigili del fuoco.

Una tendopoli a due passi dalla Asl Foggia, i residenti chiamano i vigili

Fonte: Corriere del Mezzogiorno - Foggia

FOGGIA — Una piccola tenda, un materasso e una rete di fortuna coperta da cartoni e altro materiale per proteggersi dal freddo. È la piccola tendopoli che, fino a qualche giorno fa, si trovava, non in una campagna della Capitanata, ma in un piccolo parco pubblico nel centro di Foggia, tra via Nicola Arpaia e via Zuretti, alle spalle della sede dell’Asl. Alcuni giorni fa, i residenti della zona si sono svegliati trovando sotto casa, nel piccolo giardino, una tenda, i materassi ma, anche, alcuni cittadini stranieri che si scaldavano, non solo nella tenda o avvolti nelle coperte sul materasso, ma anche bevendo alcolici. «I residenti di questo quartiere - racconta Angelica, una casalinga di 53 anni - sono completamente abbandonati. Abbiamo sempre chiesto l’intervento dell’Amica per farci pulire questo giardino. Ma non è mai venuto nessuno. Ora, trovare addirittura una tendopoli sotto casa è davvero troppo». Una situazione paradossale, prosegue la signora, anche perché via Arpaia non è in una quartiere di periferia, ma a poche centinaia di metri dal centro cittadino. «Se ora - aggiunge Angelica - si permette anche questo, non so quale potrebbe essere il nostro futuro e quello di questa città».

LO SGOMBERO - La tendopoli e la presenza degli stranieri hanno allarmato i residenti, non solo per una questione di igiene ma anche di sicurezza. Molto spesso, spiegano alcuni abitanti, il piccolo giardino diventa la latrina di persone che, forse favoriti dalla scarsa illuminazione, si fermano per consumare la cena acquistata al supermercato che dista pochi metri. Una cena condita da diverse bottiglie di alcol. «E così - conclude la cinquantatreenne - quello che dovrebbe essere una zona frequentata da bambini e ragazzi è off limits anche per noi adulti». Fortunatamente, dopo un paio di giorni la tendopoli è stata sgomberata grazie all’intervento della Polizia municipale e, anche, degli stessi residenti, che hanno fatto comprendere agli stranieri che quel parco non era il luogo ideale per sistemare le tende e i materassi. Ieri mattina, infatti, nel giardino tra via Arpaia e via Zuretti non c’era più traccia della tenda e delle reti. C’erano, però, ancora le tracce delle serate che numerosi stranieri continuano a trascorrere tra le panchine del piccolo parco. Bottiglie vuote, buste di plastica, avanzi di cibo e rifiuti di ogni tipo hanno da tempo sostituito il verde dell’erba, che è diventata solo un lontano ricordo. Un giardino completamente abbandonato, con tanto di alberi e rami divelti dalla violenta ondata di maltempo della scorsa settimana. Ma che nessuno ha pensato di rimuovere e che possono rappresentare un pericolo, anche per chi sfida i rifiuti e la spazzatura che ingombrano il giardino.

L'ASSESSORE - La presenza della tendopoli in pieno centro ha sorpreso non solo i residenti del quartiere. Anche l’assessore all’ambiente del Comune di Foggia, Pasquale Russo, si è detto meravigliato. «In quella zona - ha aggiunto - hanno sempre orbitato cittadini stranieri che, soprattutto, d’estate dormono anche nei giardini di piazza Medaglie d’oro. Ma addirittura una tendopoli mi sembra eccessivo. Non è una cosa ammissibile in un paese civile. Comprendo benissimo i cittadini e i residenti del quartiere. Cosi come sono d’accordo con loro quando dicono che, in città ci vorrebbe maggior senso civico e anche maggiori controlli».

‘Carta di Roma’, una regola per i giornalisti. Scrivere senza pregiudizi su migranti e rifugiati


Se nell’opinione pubblica italiana si va sempre più diffondendo l’idea che i migranti sono tutti pericolosi, sporchi e cattivi, gran parte della responsabilità ce l’hanno i giornalisti. Quelli della carta stampata e quelli della televisione, che troppo spesso, con superficialità e termini inappropriati, affibbiano ai migranti il volto dei criminali, degli unici detentori dei mali della nostra società. Per questo, due ani fa da Ordine dei Giornalisti, Federazione Nazionale della Stampa Italiana, UNHCR e UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) hanno firmato e consegnato all’attenzione dei cronisti la ’Carta di Roma’, uno strumento a disposizione dei media per scrivere in tema di immigrazione in maniera corretta, veritiera e priva di stereotipi razzisti. E dalla Puglia è partita una campagna di formazione, che toccherà altre regioni, dedicata ai giornalisti al fine di favorire il
rispetto e la dignità di migranti, rifugiati politici, vittime della tratta.

Del resto, è quanto mai importante per i giornalisti pugliesi trattare correttamente anche le notizie che riguardano i migranti, considerando che la nostra è una regione di frontiera, un ponte tra il Mediterraneo e l’Europa. A livello nazionale, invece, la cattiva informazione in tema di immigrazione trova spazio soprattutto su internet. Di qui, l’esigenza da parte dell’Unar di dare vita a degli Osservatori locali per il monitoraggio dei media locali. I giornalisti, dunque, sono chiamati ad un maggior senso di responsabilità. Perché con troppa facilità il migrante viene sbattuto in ‘prima pagina’ con l’appellativo di mostro, per poi scoprire che è innocente ed estraneo alle accuse che gli sono state mosse.

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Foggia, una ‘rete’ di nodi per contrastare le discriminazioni

Una forza d'urto contro tutte le forme di discriminazione. Così è stata definita la ‘rete' dei nodi anti-discriminazione promossa dalla Regione Puglia e dall'Unar che ha l'obiettivo di prevenire e contrastare un fenomeno dalle diverse facce. Orientamento sessuale, identità di genere, razza, religione, etnia, disabilità. Tante, troppe le discriminazioni che il più delle volte penalizzano una persona nel poter accedere ad un servizio, ad un proprio diritto.

La ‘rete', quindi, punta alla presa incarico di chi si sente vittima di una forma di discriminazione. E sono 74 i nodi della ‘rete' sparsi per la Puglia. 74 antenne composte da enti locali ed associazioni. 311 gli operatori coinvolti, 150 quelli che al momento hanno seguito un corso di formazione. Mentre sono 115 i mediatori culturali impegnati nel progetto.
Il Centro di coordinamento regionale antidiscriminazione, dunque, mira a migliorare e potenziare la tutela dei diritti delle persone in fragilità sociale. E non va dimenticato che proprio l'UNAR ha attivo il numero verde 800-901010 per segnalare qualsiasi forma di discriminazione legata alla condizione della razza, dell'etnic, dell'orientamento sessuale o religioso.

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‘Sgomberiamoli!’, tre seminari per i giornalisti contro stereotipi e pregiudizi sui migranti

Tre incontri con i giornalisti per sgomberare gli stereotipi, i pregiudizi e le discriminazioni che possono generarsi parlando di immigrazione sui media. Non a caso, si intitola proprio ‘Sgomberiamoli!’ la nuova serie dei ‘seminari di primavera’ organizzati da Redattore Sociale. Tre le date e la tappe previste per le giornate di formazione a cui dovrebbero partecipare circa 500 giornalisti. Il 17 aprile a Milano, il 18 a Roma e il 19 a Napoli. Tre anche i partner nazionali dell’iniziativa: l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni (Unar), che ha affidato a Redattore Sociale l’incarico nell’ambito di un progetto finanziato dal Fei (Fondo europeo per l’integrazione), l’Ordine dei giornalisti e la federazione della stampa. Ma molti altri partner si aggiungeranno per l’organizzazione dei singoli seminari.

"Il tema dell’immigrazione
- dice l’introduzione di ‘Sgomberiamoli!’ - e del possibile uso di termini discriminanti, superficiali o impropri, è tra quelli che più spesso hanno esposto il giornalismo ad accuse di inadeguatezza, di incompetenza e a volte persino di razzismo. Negli ultimi anni, sull’onda di alcuni fatti di cronaca - come la strage di Erba (2006), l’uccisione di Giovanna Reggiani a Roma (2007), i roghi dei campi rom a Napoli (2008) e Torino (2011) - il dibattito pubblico su questo argomento è sensibilmente cresciuto in quantità e qualità, con toni accesi e anche esasperati, ma con risultati indubbiamente positivi perché iniziasse a diffondersi una presa di coscienza nella categoria. A ciò ha indubbiamente contribuito la stesura della ‘Carta di Roma’ da parte di Fnsi, Ordine dei Giornalisti e Unhcr e con la collaborazione di vari altri soggetti tra cui l’Unar".

E proprio la presentazione in anteprima delle Linee guida per l’applicazione della Carta di Roma sarà uno degli eventi previsti durante i seminari, nei quali si alterneranno relazioni di accademici, di rappresentanti di associazioni, ‘talk show’ con diversi capiredattori di testate nazionali e locali, interventi di attori, proiezione di video. I programmi saranno diffusi entro tre settimane, insieme alle modalità per l’iscrizione. La partecipazione è gratuita e include i materiali, il pranzo e i coffee break.