mercoledì 9 maggio 2012

Giovanardi: “Nessun olocausto dei gay. Dai nazisti solo persecuzione”

Fonte: Il Fatto Quotidiano

“L’Olocausto dei gay non c’è mai stato. C’è stata invece, questo sì, una persecuzione dei gay. Ma per essere chiari di Olocausto ce n’è stato uno solo, ed è stato quello del popolo ebraico, anche dal punto di vista legislativo, normativo; tutti elementi che hanno costituito l’unicità di questo terribile dramma storico”. Dopo le dichiarazioni in cui venivano equiparati un bacio fra due donne al reato di atti contrari alla pubblica decenza, il deputato del Pdl Carlo Giovanardi è tornato con una lezione di storia sugli omosessuali durante una intervista al programma KlausCondicio condotto da Klaus Davi.

Per dare peso alle sue riflessioni, l’ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ha ‘ricordato’ la composizione dei vertici del regime nazista: “Ricordo anche che il movimento nazista era largamente rappresentato dai gay perché c’erano gay nazisti ai vertici del partito. L’Olocausto – ha affermato Giovanardi – ha interessato il popolo ebraico, poi ci sono stati da parte del nazismo tutta una serie di azioni che hanno riguardato gli handicappati, i malati mentali, gli zingari, le popolazioni dell’est considerate popolazioni inferiori, i cattolici e gli evangelici che si opponevano al regime e anche i gay”.

Qualche tempo fa invece, Giovanardi aveva accostato l’omosessualità allo stato di malattia: “Credo che un padre che si rivela gay al proprio figlio di otto anni possa creargli dei problemi. Può capitare – ha affermato Giovanardi – anche che un bambino abbia un padre o una madre che possono avere dei problemi, delle patologie . Chi si trova a vivere situazioni di questo tipo, anche nei confronti delle altre famiglie e degli altri bambini, qualche problema ce l’ha, conclude il deputato. Anche sul termine ‘gay’ – che Giovanardi usa come unico epiteto verso le persone non etero – bisogna ricordare la sentenza della Cassazione del marzo 2010. La Corte decretò che dare del gay a vanvera o per stimolare reazioni controverse è reato, alla stessa stregua di una ingiuria.

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