mercoledì 9 maggio 2012

Mister Media: radio e tv diffondono stereotipi sulle minoranze


Fonte: Redattore Sociale

Marginalità, semplificazione, distorsione e stereotipi. Sono le caratteristiche dello spazio che hanno le minoranze a rischio discriminazione sui media italiani. Lo afferma la ricerca Minorities Stereotypes on Media (Mister Media), progetto nato dalla collaborazione tra il Centro D’Ascolto dell’Informazione Radiotelevisiva e il Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale della Sapienza, e con il supporto di Open Society Foundations. La ricerca si basa un un monitoraggio effettuato 24 ore su 24 dell’intera offerta radiotelevisiva di informazione - le news, i programmi di approfondimento, attualità e infotainment in un periodo di rilevazione che va dal 1 luglio al 31 dicembre 2010 e dal 1 aprile al 30 giugno 2011, per un totale di 275 giorni. Il totale dei “file” (servizi tg o gr, trasmissioni tv o radio) analizzati è di 7153 (circa l’80% dei quali sono contenuti radiofonici), vale a dire una media di circa 26 “passaggi” al giorno in cui sono state trattate minoranze o eventi che coinvolgessero appartenenti a minoranze.

Nella ricerca si intendono per minoranze alcuni gruppi sociali soggetti a discriminazione, vale a dire gli immigrati, rom e sinti, gay lesbiche e transessuali, religioni minoritarie e ex tossicodipendenti ed ex detenuti. “Le minoranze sembrano risentire di una marginalità informativa, a prima vista derivante da una semplicistica, e quindi discutibile, equazione concettuale in base a cui, riguardando una porzione ridotta della società, esse sono destinate a suscitare un’attenzione ridotta da parte della maggioranza del corpo sociale” si legge nel rapporto. Sotto accusa finiscono il modo di selezionare le notizie nelle redazioni radiotelevisive italiane, il linguaggio utilizzato e la scarsa conoscenza dei fenomeni sociali da parte di chi fa informazione. I giornalisti italiani scelgono le notizie in base a ciò che ritengono di maggiore interesse per il pubblico e quindi le minoranze, proprio perché tali, restano sullo ‘sfondo’ del panorama informativo italiano. “Soltanto quando gli eventi legati alle minoranze sono considerati il frutto di comportamenti “devianti” questi sembrano assumere una maggiore visibilità, riuscendo a soddisfare altre regole dell’informazione (ad esempio bad news good news)” continua l’analisi Minorities Stereotypes on Media, presentata oggi a Roma.

Migranti, rom, tossicodipendenti o omosessuali diventano temi “appetibili” per i mass media italiani soltanto quando compiono atti devianti e finiscono nel calderone della cronaca nera. “L’esito finale che spesso ne deriva è la proliferazione di argomenti simili, caratterizzati da linguaggi ripetitivi, capaci di alimentare e perpetuare luoghi comuni e stereotipi – conclude la ricerca - Le minoranze, sono una parte della realtà sociale ritenuta “diversa” perché poco conosciuta”. Ad esempio l’immigrazione “spesso fa notizia quando diventa problema o emergenza: così i migranti, o più semplicemente gli immigrati, si trasformano in una minaccia costante alla sicurezza e alla cultura degli italiani”, si legge nel rapporto Mister Media. Lo stesso trattamento viene riservato anche a molte altre minoranze, producendo l ‘equazione fra devianza e minoranza, con effetti deleteri che influenzano la percezione del pubblico. La ricerca è stata sia quantitativa che qualitativa e si è avvalsa di alcuni ‘focus group’, uno dei quali si è tenuto con giornalisti delle principali testate italiane fra radio, tv e agenzie di stampa.

Dall’incontro è emerso che “ un ruolo decisivo viene giocato anche dalla politica; in particolare, osservando il ritratto radiotelevisivo delle minoranze è evidente la stretta interdipendenza tra l’agenda dei media e i temi “caldi” della politica”. I media italiani risultano conformisti rispetto alle versioni della realtà sociale fornite dai politici quando si parla di minoranze. “In questo ambito – conclude la ricerca - il discorso giornalistico incontra non poche difficoltà nella creazione di un racconto autonomo della realtà, risentendo in molti casi dei desiderata e dei protagonismi della politica”.

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